Edifici

Edifici

La sede della confraternita di san Rocco è, prima ancora che un sistema di edifici, una rete di spazi urbani interconnessi tra di loro in un’unica strategia progettuale che si sviluppa tra la fine del Quattrocento e la seconda metà del Cinquecento.

Il contesto urbano
Il luogo scelto dalla confraternita di san Rocco per costruire la propria sede e la chiesa dove celebrare le messe e conservare il corpo del Santo, alla fine del Quattrocento era ancora una contrada marginale della città. Si trovava infatti al confine tra una vastissima area di chiovere (toponimo veneziano per indicare ampi spazi aperti di terreno per la lavorazione della lana) e una zona da poco bonificata all’incrocio dei tre canali della Frescada, delle Muneghette e di san Pantalon. Sempre qui, nel XIII secolo, si era insediata la più grande comunità francescana di Venezia, che aveva costruito nel giro di due secoli la basilica e il convento dei Frari.

L’insediamento della confraternita
L’acquisto e la trasformazione funzionale del camposanto conventuale, sul retro della chiesa dei Frari, e la successiva costruzione di Chiesa e Scoletta di san Rocco (1489-1509) testimoniano il ruolo di comprimario che la neonata Scuola di san Rocco intende svolgere fin dalla sua nascita in questa zona che da periferica sta diventando uno dei centri della Venezia rinascimentale. In effetti, la costruzione della chiesa e della Scoletta trasforma un luogo in gran parte informe in un campo che, nel corso del decenni successivi, sarà conformato a immagine e somiglianza della confraternita.

A confronto con la basilica dei Frari
La costruzione della nuova scuola, a partire dal 1517, e il salto di scala rispetto alla Scoletta, traducono in architettura la grande ambizione sociale (e la ricchezza) della confraternita: la successiva realizzazione della facciata sul canale (1524-27) e la ristrutturazione in chiave monumentale della facciata sul campo (1536 ca) sono altrettanti passaggi di questa strategia di “protagonismo visivo” nel contesto del tessuto urbano, che si concluderà soltanto nel XVIII secolo con la ricostruzione della facciata della chiesa secondo gli stessi moduli del prospetto della Scuola.

Nel frattempo, però, la realizzazione di una grande fondamenta su rio della Frescada e del complesso residenziale di Castelforte portano a termine la configurazione di un vero e proprio “distretto urbano” formato da un sistema di edifici monumentali e di servizio, di calli, di spazi aperti e di passaggi coperti interconnessi visivamente dalle processioni che annualmente si svolgevano tra la chiesa e la scuola.