Facciata

Facciata

Una vicenda travagliata
La  nuova facciata, mirabile esempio tardo barocco di sintesi tra architettura e scultura, è stata costruita da Bernardino Maccaruzzi tra il 1765 e il 1769 a conclusione di una travagliatissima vicenda che inizia negli anni ’50 del Settecento.

Nel 1732 la chiesa risalente al tardo Quattrocento, impraticabile per dissesti statici, era stata quasi interamente ricostruita da Giovanni Scalfarotto. Per la costruzione della facciata, viene bandito un primo concorso vinto dal proto della Scuola Giorgo Fossati. La sua soluzione, consistente in una superficie scandita da un’unica monumentale parata di colonne libere su piedistallo, venne messa in opera a partire dal settembre 1756, ma dopo aver subito una prima variante soltanto sei mesi dopo, nel giugno del 1758 i lavori vengono interrotti per un imprevisto aggravio di costi. Dopo sette anni di stallo la Scuola bandisce un secondo concorso, cui partecipano molti architetti del tempo, e il cui esito finale fu decretato dagli Inquisitori alle Scuole Grandi, a favore del progetto di Bernardino Maccaruzzi.

La  facciata della chiesa, interamente realizzata in pietra d’Istria, riprende i moduli compositivi della facciata della Scuola, realizzata entro il 1540 da Antonio Abbondi detto lo Scarpagnino. Le tre campate della facciata, sopraelevate su un alto basamento, sono scandite da due ordini di colonne libere, corinzie al primo registro e composite al secondo, con il fusto fasciato da motivi vegetali e ribattute da sottilissime lesene sulla parete. Nelle due campate laterali delle monumentali edicole a semicolonne sormontate da timpani (ad arco di cerchio al primo registro e triangolari al secondo) inquadrano delle nicchie dove sono sistemate quattro statue di santi e beati veneziani. Nella campata centrale, conclusa da un timpano ad arco di cerchio, si apre il portale sormontato da una lunetta e inquadrato da un timpano su semicolonne; nel secondo registro, invece, la superficie lapidea della parete è quasi interamente occupata dal rilievo di Giovanni Morlaiter raffigurante San Rocco che risana gli appestati.